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L' Urlo di Munch con un "grrr"

L’ Urlo di Munch, Grrr

Oggi, mentre stavo cercando una copertina per il nuovo racconto di Umberto Gorini, che uscirà a febbraio, mi sono imbattuto nell’ “Urlo” di Munch. Più precisamente in una litografia in bianco e nero del famoso dipinto. L’immagine della litografia era stata usata (nell’aprile del 2019) dalla rivista artemagazine, che riportava una nuova interpretazione dell’opera da parte di Giulia Bartrum, curatrice della mostra del British Museum: “Edvard Munch: Love and Angst”.

A quanto pare, dietro la litografia è presente un’annotazione dell’artista che dice “ho sentito il grande urlo attraverso la natura”. Il protagonista del dipinto (del 1893) e della litografia realizzata successivamente sarebbe una persona che si copre le orecchie per proteggersi dal potente urlo della natura. Un titolo più appropriato per l’opera potrebbe allora essere “L’urlo della Natura” (secondo il British Museum). Il protagonista non starebbe quindi urlando, al contrario. Si tappa le orecchie e resta attonito, ammutolito, di fronte alla potenza e alla bellezza che lo circonda, che lo pervade. (A questo punto potevano anche chiamare l’opera l’ “Afonia” di Munch, ma non divaghiamo ndr)

L’ispirazione per il quadro (a quanto pare una doppia ispirazione ndr) sarebbe nata da un paesaggio norvegese. Passeggiando per un fiordo Munch fu colpito da un tramonto, dal cambio repentino del colore del cielo – un cielo rosso sangue – accompagnato a sua volta dal fragore di un’onda del mare.
La seconda ispirazione deriverebbe da una mummia peruviana che l’artista vide, qualche anno prima (nel 1889), nel Museo etnografico del Trocadero di Parigi.

Non sono un esperto d’arte e mi fanno sempre un po’ sorridere gli articoli pieni di “sarebbe”, “potrebbe” ecc. Parto sempre dal principio della libertà di ricezione e interpretazione di un messaggio, soprattutto se artistico.
Quindi, a prescindere dal fatto (che fatto, di fatto non è), questa news mi ha stimolato la fantasia e mi sono messo a giocare in questo modo con l’opera di questo artista.

So già che qualche purista sarà pronto ad accoltellarmi. Mi viene però in mente, sempre sorridendo, la canzone del mitico Caparezza: “Non me lo posso permettere”. Nel senso, che se potessi contratterei un professionista per disegnare le copertine dei nostri piccoli racconti, ma appunto: non me lo posso permettere :-))

Aspetto pareri (da chi se ne intende) sull’articolo e pareri (da chi se ne intende un po’ meno come me) sulle idee per la copertina, nella piacevole attesa dell’uscita del racconto di Umberto Gorini: “Grrr”

Articoli di riferimento:
L’Urlo di Munch, una nuova interpretazione dal British Museum
L’Urlo di Munch? Fu ispirato da una mummia peruviana vista a Parigi
La mummia che ispirò l’Urlo

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