Loading…

PUBBLICAZIONI EDIDA

Passione per la scrittura
ESPLORA
Stefano in bici - acquerello

Il SUV

:: di Stefano Angelo ::

Fine novembre: l’aria è fredda e sono in discesa. Il suv invece va spedito in salita. Troppo spedito, verso di me! Strano, sento una fiammata di calore per niente gradevole. Perché hanno inventato i suv? Per parcheggiare sui marciapiedi, mi dico. Sto sudando, non ci posso credere. Non sento più il piacevole rumore della ruota della bicicletta.

A me piace ascoltare la meccanica della mia bicicletta. Una meccanica pulita, nessun cigolio, intendiamoci. Frutto di cure e attenzioni amorevoli, come fosse una figlia, che dico, una fidanzata. Un giorno a settimana scendo in garage. Metto i guanti da lavoro, preparo gli strumenti, lo sgrassante, il lubrificante, riempio un piccolo secchio di acqua e inizio. Sfioro con delicatezza tutti i componenti. Osservo compiaciuto il telaio, le ruote, i pignoni, le corone, la catena… Immagino anche ciò che non si vede. Sono un pervertito della meccanica, lo so. Dopo circa venti minuti la mia fidanzata su ruote è perfetta, pronta per un nuovo giro. Oh, trovala un’altra fidanzata che possa esser pronta in venti minuti per uscire!

Ma non divaghiamo. In questo istante non sono al sicuro nel mio garage, viziando un oggetto per altri inanimato… ho sempre quella strana sensazione di sudore addosso e il cuore accelerato.

Perché diavolo ho scelto questa strada! Perché diavolo l’ha scelta lei, la conduttrice del suv nero, intendo, che forse porta anche sfiga!

Siamo sotto Fiesole. Ci sono altri modi per tornare a Firenze. Come la Via di San Domenico, ad esempio. Comoda, con due corsie, pendenza in diversi tratti quasi costante, curve piacevoli.

Invece no, mi ritrovo in una di quelle stradine tortuose che sembrano quasi sentieri, vista la qualità dell’asfalto. Stradine che dovrebbero essere a senso unico. Stradine che mi fanno venire sempre in mente altri pensieri…

E di nuovo mi domando perché ho scelto questa strada, perché a quest’ora. Di solito non c’è mai nessuno a quest’ora. Di solito son sempre solo, in questa strada, la domenica alle sette del mattino. Perché non sono rimasto a letto… Perché non c’è rimasta lei! Dove diamine starà andando così presto. Dall’amante dopo aver litigato con il marito? E non è neppure San Valentino. Che festa di merda. Io odio San Valentino. Ma odio di più i suv. Soprattutto quando sono parcheggiati in maniera arrogante sui marciapiedi. Ma poi perché li faranno così larghi? Troppo larghi. Decisamente larghi. Perdiana, questa è una strada stretta. Questa è una strada troppo stretta per una macchina così larga, invadente, al momento anche prepotente, nera e rumorosa. In contrasto stridente con ciò che ci circonda.

Mi domando perché non esistono divieti per i suv. Ovunque! Non ce li voglio in queste strade. Nelle “mie strade”. Io li farei circolare solo su Marte. Ma forse nemmeno lì…

Non rallenta. Diamine! Non rallenta. Perché non rallenta? Non ho vie di fuga. Sgrano gli occhi, mi sembra di avere le palpebre bloccate. Il cuore è a mille.
Noto l’indice e il medio delle mie mani stranamente rilassati sui freni. Ma indecisi.

Provo a calcolare lo spazio tra il muro a secco e il muso del suv. Non passo, vedrai che non ci passo. La distanza si azzera…

Maledizione, non dovevo uscire in bici questa mattina. Dovevo rimanere a letto o doveva rimanerci lei.

© Testo e foto – Stefano Angelo

:: Questo racconto è stato realizzato durante il laboratorio di scrittura creativa di Mattia Grigolo – Le balene possono volare – svoltosi a Frankfurt am Main il 23 e 24 novembre 2019 e organizzato da ITALIAALTROVE, Associazione Italiana Francoforte. Editing a cura di Salvina Pizzuoli. La foto originale è stata scattata da Lorenzo Mariani ::

:: Versione audio ::

____________________________